Storia
La chiesa di San Fedele fu realizzata a partire dal 1569 dall’architetto Pellegrino Tibaldi (1527-1596) per volere dei gesuiti e dell’arcivescovo Carlo Borromeo, uno dei massimi riformatori della Chiesa cattolica nel Cinquecento. Tibaldi concepì un monumentale edificio a navata unica in conformità con le esigenze liturgiche della Controriforma. La chiesa fu consacrata nel 1579, ma la sua costruzione proseguì per un secolo, sotto la direzione di Martino Bassi (1586), Francesco Maria Richini (1629) e Antonio Biffi (1684). Infine, Pietro Pestagalli nell’Ottocento terminò la facciata e realizzò l’altare maggiore.
La chiesa di San fedele, dopo la soppressione dell’ordine dei gesuiti (1773-1814), passò alle cure dei canonici della vicina chiesa di Santa Maria della Scala, abbattuta in quel periodo per fare posto al Teatro alla Scala. Dopo la seconda guerra mondiale San Fedele tornò ai gesuiti che avviarono una serie di attività sociali, culturali e artistiche ancora oggi riunite nella Fondazione Culturale San Fedele.