Nicola Samorì, Intra Vulnera Tua
Inaugurata nel dicembre 2024, la formella realizzata da Nicola Samorì per il confessionale a destra del portale va a risarcire lo spazio vuoto lasciato dal furto, avvenuto alcuni anni orsono, della formella lignea cinquecentesca dei fratelli Taurino. La scena, dipinta ad olio e raffigurante Cristo deriso, si presenta come un trompe-l’oeil, riprendendo le forme dell’opera antica. La tavola mostra tuttavia al suo centro un vuoto naturale del legno che si squarcia, come se la ferita del costato di Cristo si aprisse fino a diventare corpo. Quel vuoto si fa corpo di Cristo piagato. Riprendendo un versetto della preghiera medioevale dell’Anima Christi, in quel corpo siamo chiamati a entrare per accogliere il segreto stesso della vita.
Nella storia dell’Occidente, la ferita ha costituito da sempre un leitmotiv in grado di accomunare arte, musica, letteratura, sociologia, eccetera. Parlare di squarcio significa sondare le più profonde dimensioni del corpo, del dolore, del limite, aspetti che se da un lato rifuggiamo, dall’altro riemergono nelle nostre vite con forza e insistenza, a iniziare dal momento stesso in cui nasciamo. Di fatto, tra mito e storia, sacro e profano, la ferita è un archetipo che affiora come elemento ineliminabile della vita umana.