Navata
La chiesa ha una navata unica che permette da qualsiasi punto di poter vedere il pulpito senza ostacoli, spazio ideale per la predicazione e la preghiera comune. La navata è composta dalla somma di due quadrati: la prima parte completata della chiesa (1569-1579) corrisponde al quadrato più vicino all’abside, in seguito fu realizzato il secondo che si rivolge verso la piazza (1580-1595). La navata è coperta da grandi volte a vela, la cui particolarità è data dalla sensazione di leggerezza che trasmettono. Come vele che attirano verso l’alto, conducono lo sguardo del fedele verso il nome di Gesù (IHS) collocato al centro di ciascuna volta. A differenza di altre raffigurazioni dell’IHS, nella chiesa di San Fedele al centro della lettera H non è collocata la rappresentazione della croce, ma quella di Gesù bambino con le braccia aperte che tiene nella mano sinistra il globo. La scelta di colori chiari comunica che la gloria divina entra e si irradia nello spazio della chiesa, che ha il suo centro unificatore nel nome di Gesù. Così è reso presente il divino.
Più in basso le lunette accolgono grandi finestre che sottolineano il senso di maestosità dell’ambiente. Il collegamento con la parte inferiore della struttura è assicurata da una mensola aggettante, seguita da un fregio e infine da un architrave. I quattro spigoli dei quadrati sono volutamente sottolineati da imponenti colonne libere, che si collegano alle pareti mediante un aggetto delle cornici e richiamano alcune soluzioni dell’antichità romana riprese anche da Michelangelo.
Sobrie e composte, secondo uno schema che richiama gli archi trionfali romani, sono invece le pareti entro cui si aprono le grandi arcate delle cappelle (arco maggiore), affiancate da due archi minori in corrispondenza dei confessionali. Il piano è scandito da lesene alte come le colonne in aggetto e anch’esse raccordate con la spessa fascia della cornice sovrastante.
I matronei, ripresa di un elemento architettonico romanico, era legata a un utilizzo musicale, dovendo accogliere diversi gruppi di cantori e permettere così di ottenere un effetto stereofonico al momento dell’esecuzione dei brani musicali.
Nelle pareti laterali le cappelle si contraggono sino a divenire quasi prive di profondità. Scelta certamente condizionata anche dalle dimensioni del terreno a disposizione, ma ancor più dalla volontà di unità dell’aula secondo il nuovo gusto tridentino che voleva le cappelle simili e contrapposte. Ognuna accoglie un altare dedicato a un santo dove il linguaggio manierista della fine del cinquecento lega la mensa e la pala sovrastante con particolari cornici architettoniche di marmi policromi.