L’artista campano interpreta in maniera originale il tema della Gerusalemme celeste, immaginata come luogo della festa, della gioia e della comunione. Il Sancta Sanctorum è la stanza esagonale collocata sotto l’altare maggiore. Per molti anni deposito, dal luglio 2015 lo spazio sta rivivendo, grazie ai colori di questo artista che fece parte di quello straordinario gruppo chiamato Transavanguardia (composto in realtà da personalità autonome e ben definite).
Costruito nella prima metà dell’Ottocento, il Sancta Sanctorum ha la forma di un esagono, con una nicchia a ogni lato. Quella collocata di fronte all’ingresso contiene una reliquia della Croce. A testimonianza della sacralità del luogo, ai lati, numerosi reliquiari custodiscono le ossa dei santi, simbolo delle virtù di chi ha vissuto il Vangelo, della loro santità, chiamata a irradiarsi nella città e a fecondare la vita dei suoi abitanti. Una serie di colonne, in un essenziale stile dorico, sostiene una piccola cupola che poggia su di una cornice modanata, collocata su di un fregio.
Nicola De Maria interviene in questo piccolo spazio, denso di senso, dipingendo la cupola con una festa di colori: un blu profondo, un rosso arancione smagliante, un giallo luminoso e infine un verde acceso. Se i primi tre colori sono racchiusi in spicchi che convergono verso il centro, in modo da creare un irresistibile movimento circolare, il riquadro verde sembra invece come interromperlo, suggerendo un momento di arresto, da cui scaturisce un nuovo inizio, una nuova genesi.
Il fregio è dipinto con un azzurro turchese, trapuntato da alcune stelle e dai simboli dell’alfa e dell’omega, allusione a Cristo, principio e fine dell’Universo. Nell’architettura cristiana, la cupola, tradizionalmente simbolo cosmico che rappresenta il giardino dell’Eden, il Paradeisos delle origini, dove l’uomo vive con Dio la pienezza di una relazione armonica, si fa qui luogo di una città che trasfigura ogni cosa. Dai riverberi cromatici degli argenti ai colori festosi della cupola, tutto parla di gioia.
È come se Nicola de Maria ci dicesse che l’esultanza della città celeste si fonda sulla fede delle vittime. È come se il dolore del mondo, incarnato dai martiri, fosse qui trasfigurato in canto, in lode. Un tema quanto mai attuale.
Sull’architrave della porta collocata alla sinistra dell’altare maggiore, De Maria ha inoltre dipinto il Nome di Gesù.
Nel lato sinistra della stauroteca centrale è stato collocato fra i reliquiari il Polittico Madonna del parto, opera realizzata nel 2022 dall’artista umbro Alfonso Fratteggiani Bianchi. I pigmenti azzurro, verde e rosa, applicati a mano dall’artista su piccoli blocchi di pietra serena, senza uso di collanti, rievocano cromaticamente la composizione della celebre Madonna del parto di Piero della Francesca, affresco eseguito tra gli anni Cinquanta e Sessanta del Cinquecento per la chiesa di Santa Maria di Momentana a Monterchi. Attraverso il colore, l’artista ha voluto suggerire l’attesa di Maria, prima di dare alla luce il Figlio di Dio.