Croce processionale (XV-XVI sec)


Collocata sopra l’altare, la croce processionale risalente alla fine del Quattrocento proviene dalla chiesa di Santa Maria della Scala, dopo la demolizione di questa avvenuta nel 1776. Ha subito diversi interventi nel corso del tempo. Dal punto di vista iconografico presenta medaglioni lavorati a niello e bassorilievi in argento della prima metà del Cinquecento, il cui tema è la salvezza dell’uomo. In particolare spiccano all’intersezione dei bracci, da un lato una Crocifissione, dall’altro un Pantocrator.
Come croce processionale funeraria, l’opera faceva parte del corredo liturgico tipico dei riti delle cerimonie funebri dell’aristocrazia europea che si svolgevano nella chiesa ducale, quale era Santa Maria della Scala. Presenta bracci di quasi uguale lunghezza e di forma trapezoidale, secondo modelli altomedievali, longobardi e carolingi, a loro volta desunti da raffigurazioni paleocristiane e bizantine.
Il Cristo crocifisso, Christus patiens, con il capo leggermente inclinato, si trova all’interno di un ovale raggiato dorato. Il volto non mostra segni di dolore, Cristo appare come addormentato. Attorno sono le figure della Vergine addolorata, San Giovanni evangelista e della Maddalena; in basso, San Giovanni Battista. Anche il Pantocrator si staglia su una mandorla dorata, contenente raggi, simbolo di gloria, vittoria della luce sulle tenebre. Cristo è la luce del mondo. Il Christus Pantocrator è attorniato dai simboli dei quattro evangelisti, è severo e solenne. Benedice con la mano destra alzata, mentre la sinistra regge il Vangelo, simbolo della rivelazione. Sul suo capo è collocato un triangolo trinitario. Al di sopra, una colomba raffigura lo Spirito Santo, legando strettamente il Pantocrator all’immagine della Trinità. I lineamenti severi della figura suggeriscono che il Verbo Incarnato è immagine del Padre.
Le due sculture sembrano concentrare la storia della Salvezza. Cristo è il Salvatore. Colui che giudica è al tempo stesso colui che giustifica. Ha ricevuto dal Padre il potere di giudicare e al tempo stesso è colui che giustifica l’uomo portando il peccato su di sé.
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