Cappella della Deposizione
La grande pala della Deposizione proviene dalla chiesa di Santa Maria della Scala, demolita nel 1776. Era conservata nella cappella della Veronica, figura che appare nel dipinto in fondo a destra con il volto santo di Cristo. La tela, firmata (S)imon Peterzanus/ Titiani al(umnus), precede di qualche anno il periodo 1584-1588 quando il pittore ebbe come allievo a bottega il giovane Caravaggio.
In primo piano giace il corpo livido e abbandonato di Cristo. È sostenuto alle spalle da Nicodemo, mentre la Maddalena ne porta al viso una mano in un gesto di afflizione. Insieme alla Vergine, le pie donne e, dietro di loro, San Giovanni e Giuseppe di Arimatea, le figure sono disposte a esedra, con una gestualità teatrale ma calibrata.
La pala presenta attinenze con la cultura pittorica dei maestri veneziani, in particolare Francesco Salviati, del quale riprende lo schema di una Deposizione realizzata per la chiesa veneziana del Corpus Domini. L’incidere violento della luce definisce singolarmente ogni figura e mette in evidenza il biancore del sudario. Peterzano è ancora legato alla definizione naturalistica dello sfondo e al manierismo coloristico cinquecentesco, ma contemporaneamente si fa fautore della cultura milanese della Controriforma nelle “regole” stilistiche e nei modelli figurativi. Caravaggio deve essersi ispirato all’uso drammatico della luce e alla rigorosa struttura compositiva di questo dipinto per la sua Deposizione vaticana.