Bernardino Campi, Trasfigurazione (1565)
L’opera, datata 1565 nel cartiglio in basso e dipinta su tavola, giunse a San Fedele dalla chiesa di Santa Maria della Scala nel 1776. Fu collocata nella cappella della Guastalla, in sostituzione dell’Incoronazione di Maria di Figino e vi restò fino al 1956, sostituita dal Sacro Cuore di Lucio Fontana.
Il soggetto rappresenta l’episodio evangelico in cui Gesù, accompagnato da Pietro, Giacomo e Giovanni, sale sul monte Tabor e cambia d’aspetto, manifestando la sua natura divina. Ai lati compaiono Mosè, con le tavole della Legge, e il profeta Elia. Una nuvola avvolge tutti e dal cielo risuona la voce: «Questo è il Figlio mio l’amato: ascoltatelo!», mentre gli apostoli, spaventati, cadono a terra. A differenza della celebre Trasfigurazione di Raffaello, in cui la guarigione del giovane epilettico occupa la parte in primo piano, questo dipinto raffigura ai piedi del monte alcuni santi: Caterina d’Alessandria, Antonio abate, Giulio (?) e Gerolamo; sullo sfondo è inoltre visibile San Cristoforo. Bernardino Campi fu uno dei più caratteristici esponenti del Manierismo di area lombarda. Si formò a Cremona come allievo di Giulio Campi e giunse a Milano nel 1550, dove si fece conoscere come autore di ritratti e pale d’altare.